Beretta AR 70/90

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  1. mamuthone
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    Il fucile d'assalto AR 70/90, camerato per il calibro NATO 5,56 × 45 mm, viene prodotto dalla Fabbrica d'Armi Pietro Beretta, che cominciò a svilupparlo nel 1968, sfruttando alcune collaborazioni con la svizzera SIG Sauer (oggi SAN - Swiss Arms).

    Il modello si può distinguere in due varianti, la prima denominata AR 70 è la versione originale, mentre per rispondere alle specifiche dell'esercito italiano e modernizzarlo, si sviluppò la versione AR 70/90. Al momento (fine 2010) sta gradualmente venendo sostituito col Beretta ARX-160[1], un risultato del programma Soldato Futuro dell'Esercito Italiano.

    Descrizione tecnica

    Gli AR-70/223 ed i fucili d'assalto AR-70/90 sono molto simili nel progetto base, ma con delle differenze notevoli: il processo di sviluppo dell'AR70 che ha portato all'AR70/90 per potersi adeguare ai desiderata che l'Esercito Italiano aveva espresso promuovendo la competizione destinata a selezionare il sostituto del BM-59, ha portato a riprogettare quasi completamente l'arma definitiva che ha ben poche parti intercambiabili con il proprio progenitore. La descrizione sotto riportata è per l'AR-70/90, con riportate le differenze rispetto al celebre 70/223, dove necessario.

    L'AR-70/90 è un fucile d'assalto automatico a recupero indiretto di gas con canna rigata con sei righe destrorse con passo da 178 mm. Il castello è fatto in lamiera d'acciaio stampata, composto da due metà unite sul retro e sul fronte. Per la manutenzione da campo si può aprire il castello spingendo il pulsante sul retro che svincola il castello che è incardinato sulla parte anteriore. Se necessario, può essere svincolato anche il cardine anteriore, così si potrà separare completamente il castello. Sull'AR-70/223 il castello superiore è di sezione trasversale quadrata, con nervature di rinforzo separate. Questa conformazione si dimostrò meno robusta di quanto desiderato dall'E.I., per cui l'AR-70/90 presenta una sezione trasversale del castello superiore sagomata di forma trapezoidale, con saldate delle nervature di rinforzo.

    L'azione a recupero di gas dell'AR-70/90 è di tipo convenzionale, col pistone del recupero gas lungo, posizionato sopra la canna. L'asta del pistone del gas è collegata al gruppo otturatore con un chiavistello e la molla di ritorno è posizionata sul pistone del gas, fin sopra il caricatore. Il gruppo recupero gas presenta fori di parzializzazione dell'uscita dei gas (per le condizioni ordinarie o critiche), e la chiusura completa della fuoriuscita gas avviene alzando l'apposita leva ad anello per il lancia granate. Quando la leva per il lancia granate è alzata nella posizione di fuoco, chiude automaticamente e del tutto la fuoriuscita dei gas che vengono tutti convogliati nel vivo di volata. La leva selettore è piuttosto simile a quella dei fucili d'assalto Kalashnikov AK-47, ed ha i lati massicci, i quali sono imperniati nel manicotto del tromboncino che è solidale alla canna. L'astina (o impugnatura anteriore) è agganciata al tubo che contiene il pistone.

    È possibile la sostituzione rapida della canna (ma solo per la manutenzione non da campo) senza l'esecuzione delle rettifiche estese della testata. L'anima della canna è cromata internamente.

    Il selettore per il tiro ordinario/automatico sui fucili d'assalto della serie AR-70/90 è per colpo singolo, raffica controllata di tre colpi (accessorio extra sui fucili d'assalto AR-70/223) e raffica continua. Il selettore della sicura ordinaria è ambidestro sui fucili d'assalto della serie AR-70/90, mentre è localizzato sul lato destro del castello sui fucili d'assalto della serie AR-70/223.

    Il caricatore delle armi della serie dei fucili d'assalto AR-70/90 è realizzato secondo lo standard STANAG NATO per assicurarne la compatibilità con quelli del Colt M16, col pulsante di sgancio localizzato in basso su ambo i lati del castello sotto il selettore di tiro. Sui fucili d'assalto AR-70/223 il caricatore era semilunare per trenta colpi e non compatibile con i caricatori dell'M16, con la levetta di sgancio localizzata davanti al ponticello del grilletto (soluzione simile a quella del precedente Beretta BM-59). Sia i fucili d'assalto AR-70/90 che i fucili d'assalto serie AR-70/223 sono dotati di hold open. Il pulsante di sgancio dell'OACE. è localizzato sul lato sinistro del castello, sopra il selettore di tiro.

    Il mirino dei fucili d'assalto AR-70/90 si trova sopra il gruppo recupero gas, e la diottra/tacca di mira del tipo ad alette è tarata per 250 o 400 metri. Sulla superficie del castello è presente una maniglia sganciabile che ha degli agganci di tipo STANAG NATO per potervi apporre tutti i vari accessori disponibili (intensificatori di luce lunare "Orion" o Aimpoint, ottica 4× Zeiss), possono essere installati facilmente anche altri mirini con attacchi compatibili, se richiesto.

    Ultimamente nei reparti dell'EI sono comparse delle soluzioni che sostituiscono il tradizionale maniglione con una slitta Picatinny per una integrazione veloce delle moderne ottiche in stile dei modelli americani M16 ed M4.

    Le impugnature su tutti i fucili è fatta di plastica, sia sui fucili standard che hanno il calcio di plastica o fisso. Il fucile d'assalto SC-70/223, il fucile d'assalto SC-70/90 ed il fucile d'assalto SCP-70/90 sono solamente varianti dei fucili AR avendo di particolarità il calcio, metallico, ripiegabile e non coperto di plastica. La carabina di SCP-70/90 è simile all'SC-70/90 e si differenzia per il tromboncino spegni-fiamma estraibile tramite un innesto a baionetta e che non può essere usato per lanciare granate. Comunque, un lanciatore di granata amovibile è disponibile ed è agganciabile con un morsetto sotto l'astina subito dopo il ponticello del grilletto. L'impugnatura a pistola di tutti i fucili d'assalto di AR-70/90 è dotata di un alloggiamento per un kit di pulizia fornito di serie.

    Un'ampia varietà di accessori è inoltre disponibile per i fucili d'assalto AR-70/90, come la baionetta, i bipiedi pieghevoli amovibili, spegnifiamma (filettatura 1/2 × 28 TPI), ecc. Alcuni reparti paracadutisti adottano una particolare astina dotata di slitte weaver per applicare accessori come puntatori laser, torce ed impugnature anteriori.

    Nonostante sia al momento l'arma d'ordinanza dell'Esercito Italiano, diversi sono i suoi difetti, tra i quali spiccano maggiormente:

    Peso eccessivo, soprattutto se si confronta con le armi estere (pesa circa 500g in più dell'M16A2 e oltre un chilo in più rispetto all'M16A1)
    Eccessiva costruzione "a spigoli", al contrario avrebbe dovuto avere una linea molto più morbida e meno pericolosa (lanci, cadute, ecc)
    Assenza di una slitta Picatinny saldata al castello. È vero che ne è stata creata una come sostituto della maniglia di trasporto, ma è impensabile voler tenere ottiche collimate su un supporto ad incastro del genere
    Tiretto d'armamento molto sporgente e collegato direttamente con l'otturatore, che quindi arretra e avanza seguendolo, facile quindi ad incastri
    Serie SCP: è addirittura necessaria una chiave adatta (ossia una brugola) per procedere allo smontaggio, altrimenti impossibile
    Ponticello facile da piegare se sbatte, e con uno dei fori di alleggerimento messo proprio sotto il grilletto. Nell'eventualità che il ponticello si deformi, è facile che il grilletto si incastri dentro il foro e quindi si trovi bloccato, impossibilitando il tiro
    I primi esemplari nel tiro a raffica davano problemi di surriscaldamento eccessivo dell'astina, ma il problema fu immediatamente risolto
    Durante tiro a raffica continuata i caricatori cadevano, il problema fu risolto
    La robustezza di quest'arma in alcune parti non è elevata, in alcuni casi bastava che cadesse a terra urtando sulla carcassa perché l'otturatore si bloccasse o comunque avesse problemi di scorrevolezza
    Il calciolo pieghevole era così poco robusto che utilizzandolo come sfondaporte (incluse porte di paglia di capanne) si rovinava il fermo
    In molti casi bastava un balzo o una caduta dell'operatore a causare per inerzia l'autoinserimento del colpo in canna qualora non ci fosse

    Da notare che l'arma è ora in distribuzione anche integrata del lanciagranate statunitense M203 per granate da 40 mm. L'installazione del lanciagranate sulle armi della serie 70/90 era stata inizialmente ritenuta impraticabile, vista l'incompatibilità dell'interfaccia di fabbrica del lanciatore con i fucili; in sostituzione, la Franchi S.p.A. propose inizialmente il lanciagranate GLF-40, una versione prodotta su licenza del CIS-40GL originario di Singapore, la cui installazione richiedeva però a sua volta un'interfaccia dedicata e la rimozione dell'astina del fucile.[4] Successivamente, l'installazione degli M203 sui fucili e le carabine della serie 70/90 è stata resa possibile grazie alla realizzazione presso il PMAL (Polo di Mantenimento delle Armi Leggere) dell'Esercito Italiano a Terni di una linea di produzione per Receiver di lanciagranate M203 con apposita interfaccia che consente l'installazione sulle armi Beretta 70/90 senza necessità di rimozione del guardamani. La distribuzione di lanciagranate M203 installati sui fucili 70/90 è iniziata presso il Reggimento "San Marco" durante il dispiegamento in Somalia in seno all'Operazione Restore Hope e nelle successive missioni nei Balcani. La distribuzione ha in seguito preso piede presso le restanti unità dell'Esercito Italiano e presso le Forze dell'ordine: Carabinieri e Guardia di Finanza hanno utilizzato fucili Beretta 70/90 equipaggiati con lanciagranate M203 per il lancio di artifizi antisommossa durante i fatti del G8 di Genova del 2001. In seguito a questa dotazione, il tromboncino lanciagranate e la relativa leva sulla valvola di recupero gas, progettate per il lancio delle granate a codolo Energa o Super-Energa con testate controcarro, anti-uomo e/o fumogene e lacrimogene (al giorno d'oggi non più in distribuzione) sono oggi in disuso. Le prestazioni del lanciagranate M203, giudicate carenti da molti operatori, e il suo peso eccessivo da assommarsi a quello già elevato dell'arma in se', sono le ragioni principali dello sviluppo, da parte di Beretta, del lanciagranate avanzato GLX-160 da accoppiarsi al fucile d'assalto di nuova concezione Beretta ARX-160, ma che potrà essere installato anche sui 70/90.

    L'AR dispone di tre sistemi di sicurezza:

    Sicurezza ordinaria: agisce sulla leva di scatto
    Sicurezza contro l'apertura prematura dell'otturatore: realizzata da una corsa retrograda a vuoto di 8mm del carrello porta otturatore, provoca un ritardo in apertura dell'otturatore che permette la fuoriuscita di tutti i gas dalla canna
    Sicurezza contro lo sparo prematuro: garantita dall'incompleta chiusura dell'otturatore, che non consente la percussione.

    Edited by mamuthone - 10/10/2012, 18:21
     
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